martedì 16 febbraio 2010

Aforismi sul teatro vecchi e nuovi


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Hanno detto:

Il teatro è l’arte dell’immaginazione dello spettatore.
(Juan Mayorga)
Il compito del teatro è ricreare la gente.
(Bertolt Brecht)
Non andare a teatro è come far toeletta senza uno specchio.
(Arthur Schopenauer)
Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita.
(Eduardo De Filippo)
Per fare buon teatro bisogna rendere la vita difficile all'attore.
(Eduardo De Filippo)
Se è assolutamente necessario che l'arte o il teatro servano a qualche cosa, dirò che dovrebbero servire a insegnare alla gente che ci sono attività che non servono a niente, e che è indispensabile che ce ne siano.
(Eugène Ionesco, Note e contronote, 1966)
Ogni dramma inventato riflette un dramma che non s'inventa.
(François Mauriac, Diario, 1952/70)
Il teatro è l'attiva riflessione dell'uomo su se stesso.
(Novalis, Frammenti, 1795/1800)
Il teatro resiste come un divino anacronismo.
(Orson Welles)
Quando in un teatro il loggione è vuoto è segno che la città non ha cervello.
(Bruno Barilli, Capricci di vegliardo, 1951)
Accontentiamoci di dire che il teatro, come la vita, è un sogno, senza preoccuparci troppo della menzogna.
(Jean-Louis Barrault, Nuove riflessioni sul teatro, 1959)
Se il teatro non ci fosse stato, lo avrei inventato io per sopravvivere.
(Mario Scaccia, Interpretando la mia vita)
L'atto d'amore che si compie in teatro fra scena e pubblico non sopporta contraccettivi.
(Mario Scaccia, Interpretando la mia vita)
In teatro esiste la verità dell'immaginato, il verismo della fantasia.
(Mario Scaccia, Interpretando la mia vita)
Il teatro va fatto: meno vi si parla e meglio è.
(Mario Scaccia, Interpretando la mia vita)
Il teatro d'avanguardia è il teatro di domani; il guaio è che te lo fanno vedere oggi.
(Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009)
Uno spettacolo si può preparare in un mese. Improvvisare, invece, richiede una vita.
(Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009)
Il teatro è una forma di felicità interrotta dall'esistenza.
(Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009)
Il teatro tragico ha l'enorme inconveniente morale di dare troppa importanza alla vita e alla morte.
(Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795)
Il teatro è un’oasi di libertà, è democrazia.
(Enrico Montesano)

lunedì 8 febbraio 2010

Die panne - Ovvero la notte più bella della mia vita





Giustizia in panne

C’è un’inquietudine pinteriana, con malintesi alla Camus e persecuzioni kafkiane, nella surreale vicenda di “Die panne ovvero la notte più bella della mia vita”, accattivante testo di Dürrenmatt, splendidamente adattato da Edoardo Erba che vi trasfonde la sua ironia metafisica in una perfetta operazione imitativa non priva di osmotici rispecchiamenti come la frequente autocitazione relativa al Gronchi Rosa, il rarissimo francobollo a cui il drammaturgo ha dedicato un suo breve lavoro di alcuni anni fa. Gian Marco Tognazzi raggiunge una credibile e meditata misura nel ruolo dell’anonimo rappresentante di tessuti Traps che, in seguito a un banale guasto della sua automobile, si trova accolto in casa di un magistrato che ama giocare alla ricostruzione di storici processi insieme a un pubblico ministero e a un avvocato in pensione. Il clima faceto lascia però trapelare intenzioni molto serie e l’ospite viene ben presto ridotto a imputato con un’indagine improvvisata sulla sua vita e un’accusa di omicidio tutta presunta quanto persuasiva. La dinamica processuale che nel teatro ha una sede privilegiata affascina e coinvolge, tiene alta la tensione e convince nella sua logica giuridica più o meno in contraddizione con la realtà. Ogni dibattimento ha una sua verità che prescinde dai fatti con un meccanismo che duplica e spiega il rapporto fra il teatro e la vita. La riuscita dell’allestimento è tutta affidata alla recitazione che spazia nei più diversi registri con matura consapevolezza dell’intera compagine: impeccabile e travolgente l’accusatore di Bruno Armando, scaltra la finta bonomia del giudice di Giovanni Argante quanto arguta la malizia del difensore di Lombardo Fornara. Si distingue per la bizzarra seduzione straniata la Simon di Lidya Giordano, accompagnata dalla rude immagine del cuoco-boia restituita da Franz Cantalupo. Adatto ad avvicinare al teatro anche il pubblico meno assiduo con partecipazione interessata di tutte le età, l’ottimo spettacolo ha un unico neo: i vini e le pietanze che scandiscono i ritmi della serata, con menù elaborato appositamente da Luciano Ravasio, esperto di cucina internazionale, dovrebbero apparire davvero a riempire calici, piatti e pentole in aperto contrasto con la finzione allusiva dell’impianto.

In tournée nel Nord:

Milano dal 9 al 28 marzo
Cremona il 29 e 30 marzo
La Spezia il 31 marzo
Torino dal 6 all'11 aprile
Varallo il 12 aprile
Magenta il 13 aprile
Oleggio il 14 aprile
San Donato Milanese il 15 aprile
Pesaro dal 16 al 18 aprile
Firenze dal 20 al 24 aprile
Città della Pieve il 26 aprile
Castelnovo il 27 aprile
Castel S. G. il 28 aprile
Segrate il 29 aprile
Biella il 30 aprile