venerdì 3 ottobre 2014

Regina Madre

Tragedia edipica dei nostri giorni

E' una perla della drammaturgia contemporanea Regina Madre di Manlio Santanelli, non a caso rappresentato in tutto il mondo da anni e al suo debutto recensito perfino da Ionesco. A offrirne un'edizione di tutto rispetto e rara intensità, perfettamente sospesa fra brillantezza comica e profondità drammatica è l'inedita coppia scenica formata da Milena Vukotic e Antonello Avallone, che firma anche la regia, fino al 19 ottobre al Teatro dell'Angelo.


Una madre, un figlio, un appartamento. Un incontro scontro di amore e odio che sintetizza ogni ossimoro. Passato, presente e futuro si richiamano, si contraddicono, si ribaltano in un gioco continuo tra finzione e realtà che allude al teatro e ne coglie la quintessenza più emozionante. L'anziana donna è lucidamente spietata nei suoi commenti sul figlio cinquantene che tutto sommato considera indegno dell'esaltato modello paterno, idealizzato e rimpianto. Il figlio ricambia crudeltà per difendersi e sopravvivere, giustificando anche a se stesso una necessità di un esistere che tuttavia poco lo convince. Milena Vukotic è superlativa nella sua apparente svagatezza, nella leggiadria del portamento che stride con la potenza verbale, nello slancio surreale che trasmette atroci verità. Antonello Avallone è incisivo e convincente nel ruolo, dosando meravigliosamente stupore, sconforto, complicità, rancore, sarcasmo e dolore, in un corpo a corpo dialettico che parte da una conversazione di trascinante ironia per mutarsi lentamente in un'autentica e mai sbandierata tragedia. Beato lo spettatore che può non riconoscersi in questi personaggi, ritratti senza veli di microcosmi emotivi domestici squarciati nella loro crudezza. Il legame edipico supera qui la visione classica e  lo stereotipo moderno per diventare l'espressione di una società malata, di un ribaltamento epocale in cui la battaglia si fa così dura e contronatura da autorizzare i genitori al sacrificio dei propri figli. Questo novello patetico e anabilissmo Edipo soccomberà, mentre la madre, sia pure malata, incombe e resiste, attaccata alla vita quanto una regina al suo regno, impossibilitata ad abdicare in favore della prole. Uno spettacolo appassionante, completo, riuscito, godibile attimo dopo attimo nella sua forza catartica affidata a un testo di pregevole ed esemplare sapienza nonché a una coppia di interpeti che merita ulteriori occasioni.

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