L'avventura di due operai romani, impegnati di notte a innalzare un muro all'interno del palcoscenico di un teatro in disuso in modo da consentire l'estensione del supermercato confinante, si trasforma nel corso di un appassionante e imprevedibile sviluppo in una strenua e disperata difesa della cultura in un'epoca che privilegia esclusivamente le dinamiche commerciali. E’ il piccolo capolavoro “Muratori”, prodigioso frutto della drammaturgia del pavese Edoardo Erba, ormai pronto a superare un quinquennio di repliche e diventato un cult della scena nazionale.
A incarnare le esilaranti, fulminee e travolgenti battute del copione, che vanta una dialetto romanesco di rara efficacia semantica nel restituire l'umorismo demistificante dei capitolini più veraci, è la coppia affiatata e ben assortita creata da Paolo Triestino e Nicola Pistoia per quest'occasione e diventata negli anni un autentico e collaudato sodalizio. La trovata geniale di scandire il tempo scenico con la reale costruzione di una barriera di mattoni e calcina, designata a materializzare l'arroganza di un cambio di destinazione d'uso che umilia la storia teatrale, orienta e canalizza la recitazione verso una spiazzante verità. Il sogno di poter acquistare un camion per l'autospurgo con i soldi guadagnati in quell'impresa segreta e scellerata si mescola alle aspettative deluse di due figure anonime che tentano invano di alimentare qualche speranza per il loro futuro.A scompigliare le carte interviene però l'epifania della signorina Giulia di strindberghiana memoria, un'anima pura partorita dalle viscere del teatro che propone a Germano, interpretato da un Nicola Pistoia perfettamente compenetrato nella natura di un uomo indeciso e frustrato, di fuggire con lei sul lago di Como, rinnovando la sua storia dopo un secolo. L'incredulità di Fiore, a cui Paolo Triestino regala accenti vigorosi di concretezza e ansia di riscatto sociale, finirà per infrangere ogni pietosa e catartica illusione, intaccando la solidarietà dell'amicizia e la validità di un progetto comune. Eppure, mentre il pubblico si abbandona giustamente a una valanga di risate di tutto cuore, si intuisce la possibilità del teatro di consegnarsi all'eternità.
Al Teatro Roma di Roma dal 9 al 21 marzo
Al Teatro Erba di Torino dal 18 al 30 maggio
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